Agrigento, cavallo fotografato sul balcone «Entrato da solo, nessun maltrattamento»



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Dalani

Un cavallo in un balcone. Non si tratta di una metafora, ma neanche di un maltrattamento. A mettere a tacere le polemiche, nate in seguito alla diffusione di una fotografia che ritrae un cavallo affacciato al primo piano di un’abitazione, è l’associazione Mare Amico di Agrigento.

«Ci siamo informati e si tratta di un fatto realmente accaduto ma per caso – racconta uno dei responsabili a MeridioNews -. Abbiamo avuto modo di appurare che l’animale si era intrufolato in casa in maniera furtiva, dopo che il proprietario aveva dimenticato aperta la porta. Nessun maltrattamento. Siamo stati i primi a divulgare la notizia, ma ci sembra giusto adesso correggerla».

«Un cavallo affacciato al balcone? Dove?» aveva commentato stamani il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asp di Agrigento, Salvatore Cuffaro. All’Azienda provinciale sanitaria non sono arrivate segnalazioni del presunto maltrattamento: «Non mi risultano comunicazioni di questo tipo, ma non escludo che il responsabile di uno dei distretti dislocati sul territorio ne sappia di più» continua il direttore.

Secondo l’Asp, tuttavia, prima di parlare di maltrattamento si sarebbe comunque dovuto fare un sopralluogo: «Non basta la fotografia – prosegue il direttore -. Per assurdo potremmo pensare che si tratti di una stalla che si sviluppa su due piani, ma anche se si trattasse di una normale abitazione bisognerebbe capire se l’animale viva in condizioni difficili». Perché tutto sommato una casa potrebbe essere sempre meglio di una stalla: «Non sto escludendo il maltrattamento – specifica Cuffaro – anzi va ribadito che in questi casi interviene il codice penale a perseguire questo genere di atti. È chiaro però che prima di far scattare una denuncia servirebbe un sopralluogo. Se qualcuno decidesse di far vivere un cavallo dentro un’abitazione, in condizioni idonee al suo mantenimento, non sarebbe un reato a priori».

Sui social network, il pensiero della maggior parte dei commentatori aveva messo da parte l’ipotesi della casualità, dividendosi tra la condanna per l’ennesimo sopruso a danno degli animali e lo stupore di chi ha ricordato «siamo in Sicilia, ragazzi». Che si sa, è terra di meraviglie. In tutti i sensi.

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